Gli indumenti da lavoro hanno applicazioni assai diverse. Dalla semplice divisa, utilizzata come segno distintivo dell’azienda, alle tute o ai camici per proteggere da sporcizia e usura gli abiti civili del lavoratore, sino agli indumenti tecnici per specifiche applicazioni (es. l’abbigliamento da clean room, i camici chirurgici, i camici antistatici) e agli indumenti di protezione destinati a proteggere il lavoratore da alcuni pericoli insiti nell’attività.

L’uomo in determinati contesti lavorativi può subire gli effetti di una eventuale contaminazione chimica o biologica presente nell’ambiente di lavoro e pertanto deve essere protetto per impedirne l’esposizione mediante particolari indumenti di protezione e DPI. In altri ambiti l’operatore deve essere “isolato” con idonei indumenti tecnici per non danneggiare il processo produttivo poiché, tramite la respirazione, la traspirazione e la desquamazione, rilascia costantemente quantità considerevoli di particelle inerti e microrganismi che contaminano l’ambiente di lavoro.

E’ quindi evidente il ruolo di barriera primaria che svolge l’abbigliamento indossato dal lavoratore per assicurare i livelli di sicurezza e di qualità necessari per il tipo di attività. Per garantire la sua efficacia di protezione l’indumento deve possedere caratteristiche tecniche adeguate ai danni da prevenire, e mantenerle costanti per l’intera fase di utilizzo da parte del lavoratore sino alla sostituzione.

I materiali devono essere scelti con attenzione in funzione del tipo di applicazione, considerandone tutte le caratteristiche tecniche e la foggia che potrebbero influenzare le prestazioni e il comfort del personale.  La sovrappressione che si genera all’interno di una tuta a bassa porosità può causare la fuoriuscita di contaminanti attraverso l’apertura del collo e dei polsi oltre al discomfort per chi la indossa.

Un comportamento incongruo o l’utilizzo improprio dell’indumento e degli accessori da parte del lavoratore possono causare una falla nel sistema di protezione primaria creando molti problemi in ambienti sterili o particolarmente critici per la sicurezza del personale (laboratori PCL/BSL). Gli indumenti di protezione e i DPI devono essere indossati per tutto il tempo in cui permane il rischio di esposizione. La formazione e l’addestramento all’uso sono pertanto elementi di fondamentale importanza per la sicurezza del lavoratore e del prodotto.

I DPI devono essere progettati e fabbricati in modo tale da poter essere indossati dall’utilizzatore il più comodamente possibile, nella posizione appropriata e restarvi durante il periodo necessario e prevedibile dell’impiego, tenendo conto dei fattori ambientali, dei gesti da compiere e delle posizioni da assumere. A tal fine i DPI devono rispondere il più possibile alla morfologia dell’utilizzatore mediante ogni mezzo opportuno: adeguati sistemi di regolazione e di fissaggio o una gamma sufficiente di misure e numeri.

Come prescritto dalla Direttiva Europea 686/89 CE , ogni DPI deve essere accompagnato da una nota informativa nella quale deve risultare evidente il possesso delle proprie caratteristiche e specifiche tecniche. La nota informativa preparata e rilasciata obbligatoriamente dal fabbricante per i DPI immessi sul mercato deve contenere, oltre al nome e all’indirizzo del fabbricante o del suo mandatario nella Comunità, ogni informazione utile concernente:

a) le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di revisione e di disinfezione. I prodotti di pulizia, di manutenzione o di disinfezione consigliati dal fabbricante non devono avere nell’ambito delle loro modalità di uso alcun effetto nocivo per i DPI o per l’utilizzatore;
b) le prestazioni ottenute durante i vari test effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione dei DPI;
c) gli accessori utilizzabili con i DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati;
d) le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di utilizzazione;
e) la data o il termine di scadenza dei DPI o di alcuni dei loro componenti;
f) il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto dei DPI.

La nota informativa deve essere redatta in modo preciso, comprensibile e nella lingua ufficiale dello Stato membro destinatario.

La marcatura CE deve essere apposta su ogni DPI in modo visibile, leggibile ed indelebile per tutto il prevedibile periodo di durata del DPI, e per quelli di categoria 3 deve riportare oltre al marchio CE il numero di identificazione dell’Organismo Notificato che ha effettuato il controllo di conformità.

Un Organismo Notificato (Notified Body) è un Ente di Certificazione o un Laboratorio di Prova autorizzato dall’autorità governativa nazionale e notificato alla Commissione Europea, che ha come compito istituzionale valutare la conformità di prodotti e servizi su incarico dei produttori o distributori e alle condizioni fissate dalle Direttive Europee, agendo con competenza, trasparenza, neutralità e indipendenza. Per quanto concerne i DPI, in Italia operano attualmente una ventina di enti con diverse specializzazioni.